Giovanni Maria Lei-Spano
Ultima modifica 23 febbraio 2024
Il nome di Giovanni Maria Lei-Spano, magistrato, profondo conoscitore, studioso e divulgatore della realtà economica sarda nei primi decenni del nostro secolo, resta e rimarrà legato al suo libro maggiore "la questione sarda" che, pubblicato per la prima volta nel 1922, a Torino, dalla prestigiosa casa editrice dei Fratelli Bocca, ebbe il privilegio di ottenere una positiva ed incoraggiante prefazione di Luigi Einaudi.
Il Lei-Spano nacque a Ploaghe il 27 febbraio 1872 in una famiglia di facoltosi proprietari terrieri. Pronipote, da parte materna, del grande archeologo Giovanni Spano, studiò e si laureò in giurisprudenza a Sassari. Entrato ancor giovane in magistratura, fu prima pretore a Ossi, Ittiri, Marradi poi, rientrato in Sardegna, giudice di tribunale a Sassari, dove si sposò e dove svolse, parallelamente all'opera di magistrato e a quella di solerte agricoltore e allevatore, una intensa attività di studioso, di pubblicista, di scrittore, partecipando in prima persona al dibattito politico e culturale sui problemi dell'isola, specie nel periodo precedente e successivo alla prima guerra mondiale.
Fu liberale in politica, antiprotezionista e libero-scambista in economia.
Abbandonato dagli amici (tra cui il Lissia, il Marghinotti, il Garavetti, passati, tra i primi in Sardegna, nelle file del fascismo), deluso dagli elettori, isolato di fronte all'irrompere, anche nella provincia di Sassari, del movimento combattentistico e autonomistico, alla crisi dello Stato democratico, allo scontro, sempre più violento, tra socialismo e fascismo, il Lei-Spano, respingendo le lusinghe dell'adesione al fascismo, fermo nelle sue posizioni di liberale meridionalista, si ritrasse in sè, nei suoi studi, nella sua professione di magistrato, che riuscì, dopo parecchi anni, a riprendere e cui pose termine, nel 1935, la morte, quand'era consigliere di Corte d'Appello, a Milano.
Fonte: Libri sardi-Umberto Cardia